venerdì 18 maggio 2012

MONTE HA BISOGNO DI TUTTI MA NON DI UN PENSIERO UNICO


di Donato di Bari

Il vortice delle elezioni amministrative è appena terminato e quasi come di regola comincia lo scambio di accuse sulle responsabilità della sconfitta tra chi le elezioni le ha perse e sui “meriti” di chi, invece, le elezioni le ha vinte.
Il centro sinistra perde quando si presenta disunito”, “ha vinto il clientelismo”, “se tizio col suo gruppo ci avesse appoggiato, avremmo potuto vincere”, “chi ha vinto non avrà vita facile e non durerà a lungo” e tante altre affermazioni, talune anche irripetibili. Di certo ognuno ha il diritto di dire la propria e di fare le proprie analisi, ma meglio sarebbe non abbandonarsi al solito sterile scaricabarili che rischia di rendere il clima ancora più conflittuale di quanto già non sia. La demonizzazione non permette a nessuno di comprendere gli eventuali errori commessi e di ricominciare con uno spirito nuovo basato su sincerità, rispetto e senso civico.
Il risultato delle amministrative del 6 e 7 maggio scorso ha decretato indiscutibilmente la vittoria del centro destra a Monte Sant’Angelo. È vero che formalmente si trattava di una lista civica, “Monte nel cuore”, ma nella sostanza il 78% degli eletti fa riferimento a partiti di centro destra e solo il restante, forse, a partiti di centro sinistra. Nella stessa minoranza dei 5 consiglieri eletti 2 sono del centro destra e solo 3 del centro sinistra. Ci ritroviamo, pertanto, di fronte ad un consiglio comunale nettamente spostato a destra o, se si vuole, a centro destra. Sarà pur vero, come sostengono in tanti, che a livello locale il ruolo dei partiti è poco importante e che basta affrontare i problemi contingenti per amministrare bene, ma personalmente ritengo che per ogni problema da affrontare ci possono essere più soluzioni e la scelta che si opera dipende proprio dalla prospettiva politica dalla quale li si osserva.
Il risultato del voto, purtroppo, sembra dar ragione a coloro che sostengono che il centro sinistra a Monte Sant’Angelo sia a corto di classe dirigente. Probabilmente non è vero, ma di certo, se tale classe dirigente esiste non ha saputo organizzarsi, non ha saputo parlarsi per fare squadra e proporsi in modo alternativo a coloro che negli ultimi 5 anni hanno amministrato il nostro paese. Di certo il centro sinistra montanaro ha avuto il merito, ancora una volta, di lavorare per fare vincere il centro destra.
In merito alle dinamiche che hanno portato alla costruzione delle varie liste si potrebbe scrivere un romanzo a cui ognuno darebbe un suo diverso finale. Nessuno, ritengo, possa arrogarsi il ruolo di dispensare responsabilità, pertanto meglio non addentrarsi in questa materia e lasciare che ognuno rifletta da sé. Mi limito soltanto a dire che in una logica di “normalità” politica, chi ha amministrato si ripresenta alle elezioni per avere un giudizio sull’operato svolto e per chiedere che gli venga riconfermata la fiducia. Chi, invece, ha fatto opposizione si propone agli elettori come alternativa a coloro che hanno amministrato. A Monte Sant’angelo gli eventi, sfortunatamente, hanno portato a scelte diverse e tutto si è rimescolato a causa delle lungaggini delle trattative politiche, di paure ingiustificate e della solita ingiustificata sfiducia reciproca che alberga nei cuori di coloro che si riconoscono nello schieramento di centro sinistra.
Dallo spoglio dei voti è emerso anche che il 3,5% dei montanari ha deciso di non accordare la sua fiducia a nessuno, annullando la scheda o lasciandola bianca. Se si considera, inoltre, che oltre il 5%, rispetto alle scorse amministrative, ha deciso di non recarsi proprio alle urne, la percentuale dei cittadini che esprime una completa sfiducia nei confronti di ognuna delle proposte messe in campo diventa davvero consistente (8,5%) e dovrebbe spingere ognuno a riflettere.
L’associazionismo e il civismo dimostrano di avere idee e capacità organizzative, ma non sfondano alla conta dei voti provando che, a Monte Sant’Angelo, non bastano a sé stessi e che i partiti hanno ancora una buona credibilità.
Come nella scorsa legislatura anche in questa sono stati eletti 4 volti nuovi. Un po’ pochi rispetto al tanto decantato rinnovamento, ma di certo è un dato positivo. L’augurio che a loro rivolgo è di percorrere strade diverse da quelle finora battute dai loro presenti e passati colleghi, di mettercela tutta per acquisire competenze ed autorevolezza in modo da contribuire fattivamente al bene comune.
Gli auguri al neo sindaco Antonio Di Iasio sono non solo dovuti, ma anche sentiti. Comincia bene Di Iasio quando sostiene che sarà il sindaco di tutti e non solo di chi lo ha eletto. Naturalmente lo attendiamo alla prova dei fatti.
Agli sconfitti di questa tornata elettorale non resta che rimboccarsi le maniche per ricostruire la tanto celebrata alternativa e, allo stesso tempo, contribuire alla gestione politico-amministrativa con proposte concrete, serie e credibili. Se è vero che “Monte ha bisogno di tutti”, allora chi ci amministrerà si impegni a dare ascolto alle proposte che verranno dalla minoranza, sia di quella rappresentata in consiglio comunale che di quella non rappresentata. “Monte ha bisogno di tutti” ma non di un pensiero unico.

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