di
Donato di Bari
Il vortice delle elezioni amministrative
è appena terminato e quasi come di regola comincia lo scambio di accuse sulle
responsabilità della sconfitta tra chi le elezioni le ha perse e sui “meriti”
di chi, invece, le elezioni le ha vinte.
“Il
centro sinistra perde quando si presenta disunito”, “ha vinto il clientelismo”, “se
tizio col suo gruppo ci avesse appoggiato, avremmo potuto vincere”, “chi ha vinto non avrà vita facile e non
durerà a lungo” e tante altre affermazioni, talune anche irripetibili. Di
certo ognuno ha il diritto di dire la propria e di fare le proprie analisi, ma
meglio sarebbe non abbandonarsi al solito sterile scaricabarili che rischia di rendere
il clima ancora più conflittuale di quanto già non sia. La demonizzazione non
permette a nessuno di comprendere gli eventuali errori commessi e di
ricominciare con uno spirito nuovo basato su sincerità, rispetto e senso
civico.
Il risultato delle amministrative del 6
e 7 maggio scorso ha decretato indiscutibilmente la vittoria del centro destra
a Monte Sant’Angelo. È vero che formalmente si trattava di una lista civica,
“Monte nel cuore”, ma nella sostanza il 78% degli eletti fa riferimento a
partiti di centro destra e solo il restante, forse, a partiti di centro
sinistra. Nella stessa minoranza dei 5 consiglieri eletti 2 sono del centro
destra e solo 3 del centro sinistra. Ci ritroviamo, pertanto, di fronte ad un
consiglio comunale nettamente spostato a destra o, se si vuole, a centro
destra. Sarà pur vero, come sostengono in tanti, che a livello locale il ruolo
dei partiti è poco importante e che basta affrontare i problemi contingenti per
amministrare bene, ma personalmente ritengo che per ogni problema da affrontare
ci possono essere più soluzioni e la scelta che si opera dipende proprio dalla
prospettiva politica dalla quale li si osserva.
Il risultato del voto, purtroppo, sembra
dar ragione a coloro che sostengono che il centro sinistra a Monte Sant’Angelo
sia a corto di classe dirigente. Probabilmente non è vero, ma di certo, se tale
classe dirigente esiste non ha saputo organizzarsi, non ha saputo parlarsi per
fare squadra e proporsi in modo alternativo a coloro che negli ultimi 5 anni hanno
amministrato il nostro paese. Di certo il centro sinistra montanaro ha avuto il
merito, ancora una volta, di lavorare per fare vincere il centro destra.
In merito alle dinamiche che hanno
portato alla costruzione delle varie liste si potrebbe scrivere un romanzo a
cui ognuno darebbe un suo diverso finale. Nessuno, ritengo, possa arrogarsi il
ruolo di dispensare responsabilità, pertanto meglio non addentrarsi in questa
materia e lasciare che ognuno rifletta da sé. Mi limito soltanto a dire che in
una logica di “normalità” politica, chi ha amministrato si ripresenta alle
elezioni per avere un giudizio sull’operato svolto e per chiedere che gli venga
riconfermata la fiducia. Chi, invece, ha fatto opposizione si propone agli
elettori come alternativa a coloro che hanno amministrato. A Monte Sant’angelo
gli eventi, sfortunatamente, hanno portato a scelte diverse e tutto si è
rimescolato a causa delle lungaggini delle trattative politiche, di paure
ingiustificate e della solita ingiustificata sfiducia reciproca che alberga nei
cuori di coloro che si riconoscono nello schieramento di centro sinistra.
Dallo spoglio dei voti è emerso anche che
il 3,5% dei montanari ha deciso di non accordare la sua fiducia a nessuno,
annullando la scheda o lasciandola bianca. Se si considera, inoltre, che oltre
il 5%, rispetto alle scorse amministrative, ha deciso di non recarsi proprio
alle urne, la percentuale dei cittadini che esprime una completa sfiducia nei
confronti di ognuna delle proposte messe in campo diventa davvero consistente (8,5%)
e dovrebbe spingere ognuno a riflettere.
L’associazionismo e il civismo
dimostrano di avere idee e capacità organizzative, ma non sfondano alla conta
dei voti provando che, a Monte Sant’Angelo, non bastano a sé stessi e che i
partiti hanno ancora una buona credibilità.
Come nella scorsa legislatura anche in
questa sono stati eletti 4 volti nuovi. Un po’ pochi rispetto al tanto decantato
rinnovamento, ma di certo è un dato positivo. L’augurio che a loro rivolgo è di
percorrere strade diverse da quelle finora battute dai loro presenti e passati
colleghi, di mettercela tutta per acquisire competenze ed autorevolezza in modo
da contribuire fattivamente al bene comune.
Gli auguri al neo sindaco Antonio Di
Iasio sono non solo dovuti, ma anche sentiti. Comincia bene Di Iasio quando
sostiene che sarà il sindaco di tutti e non solo di chi lo ha eletto.
Naturalmente lo attendiamo alla prova dei fatti.
Agli sconfitti di questa tornata
elettorale non resta che rimboccarsi le maniche per ricostruire la tanto celebrata
alternativa e, allo stesso tempo, contribuire alla gestione
politico-amministrativa con proposte concrete, serie e credibili. Se è vero che
“Monte ha bisogno di tutti”, allora chi ci amministrerà si impegni a dare
ascolto alle proposte che verranno dalla minoranza, sia di quella rappresentata
in consiglio comunale che di quella non rappresentata. “Monte ha bisogno di
tutti” ma non di un pensiero unico.
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