mercoledì 26 settembre 2012

Noi ci candidiamo. Fallo anche tu!

Noi ci candidiamo. Fallo anche tu!

Siamo ragazze e ragazzi, giovani donne e giovani uomini, nati in quel decennio tra la fine degli anni ’70 e la fine degli anni ’80.
Siamo cresciuti con l’idea che la nostra vita sarebbe stata peggiore rispetto a quella delle generazioni che ci hanno preceduto.
Siamo stati i primi a sperimentare sulla nostra pelle la precarizzazione del mondo del lavoro,  a dover sentire parlare di noi come di una generazione perduta, a non sapere come sarà il nostro futuro, se riusciremo mai ad avere una casa, fare un figlio, metter su famiglia.
Gli anni che abbiamo alle spalle sono stati anni durissimi dai quali bisogna venirne fuori al più presto, perché altri 5 anni senza politiche che combattano la precarietà, senza politiche che non affrontino nel profondo la questione generazionale, sarebbero una condanna definitiva, rappresenterebbero un vero e proprio punto di non ritorno.
E allora non è più tempo per tentennare. Non c’è più modo per rimandare.
Se vogliamo cambiare le cose, tocca a noi metterci la faccia. Con le nostre storie e i nostri sentimenti.
A partire dalle primarie di centrosinistra, perché non ci interessa solamente chiudere con la stagione dei nani e delle ballerine, o con quella di un governo che parla di noi come di una generazione perduta.
E allora noi ci candidiamo ad essere i principali protagonisti della prossima stagione. Ci candidiamo perché la questione giovanile non vuol dire rendere giovanilistica la politica, ma mettere in campo la storia delle nostre generazioni.
Pensiamo che Nichi Vendola sia la persona che meglio abbia dimostrato di comprendere e trasformare in un’azione di governo la questione giovanile e gli chiediamo di candidarsi con noi.
Noi ci candidiamo perché vogliamo un’Italia Migliore.
Noi ci candidiamo perché vogliamo che nessuno si senta più solo.
Noi ci candidiamo perché vogliamo cambiare il nostro futuro.
Noi ci candidiamo, perché  il prossimo governo deve avere bene in testa che l’Italia si cambia davvero solo se si cambia il destino delle nostre generazioni.
Noi ci candidiamo.
Fallo anche tu!
per aderire: falloanchetu@libero.it
Matilde Accursio, Marco Armellini, Simone Bertolani, Alessio Biasolo, Nicholas Biasolo, Diego Blasi, Serena Bramante, Andrea Cambi, Riccardo Cammelli, Francesco Cassano, Margherita Cavaciocchi, Anna Coppola, Francesco Demitry, Tullia Di Corcia, Giovanna Di Sario, Giuliano Fareri, Maria Teresa Farina, Cosimo Focosi, Alessandro Franzini, Andrea  Feltro Grassi, Claudia Graziano,  Vincenzo Gazzaneo, Paolo Gonzaga, Marco Guglielmini, Martina Ionni, Fabio Martino, Erik Negro, Giuseppe Nobile, Fabrizio Nunnari, Marco Pineschi, Chiara   Provenzano, Giusy Reale, Armando Roseti, Jonata Sabbioni, Marco Schiavon, Tiziano Schiena, Filippo Spadon, Ilaria Trebbi, Alessandro Vescio, Valeria Vicinanza, Paolo Zanini, Adriano Zullo

venerdì 25 maggio 2012

Proposta N. 1 – Rinnovare la macchina organizzativa comunale


Gent.mo Sindaco Di Iasio,

la nuova legislatura è al suo nascere e, nonostante il dopo elezioni possa suscitare sempre sentimenti contrastanti, come speranza, delusione, voglia di fare o senso di rivalsa, noi riteniamo utile, pur essendo forza politica di opposizione extraconsiglio comunale, per la nostra comunità sperare in un quinquennio produttivo all’insegna del dialogo, della comprensione reciproca e dello sviluppo umano, culturale, economico e sociale della nostra amata città. A tal fine ci permetteremo di sottoporLe di tanto in tanto delle proposte sui temi che riterremo più importanti e più utili per il raggiungimento di quello che certamente può essere definito un obbiettivo condiviso: il bene comune.
La nostra prima proposta riguarda la pianta organica comunale. Per una giunta che voglia ben cominciare la traversata della legislatura, riteniamo sia indispensabile e irrinunciabile cominciare mettendo mano alla macchina organizzativa dell’Ente Comune.
Da lunghi anni l’obbiettivo di rivedere la pianta organica comunale in modo compiuto e funzionale agli obbiettivi da raggiungere è stato un intento solo annunciato e mai realizzato. Gli unici cambiamenti operati nell’ultimo decennio hanno dato sempre l’idea di essere piegati a logiche di natura politico-clientelari, piuttosto che essere rivolti al soddisfacimento delle esigenze di competenza ed efficienza di cui tanto necessita il nostro territorio. Una macchina che vuole fare un lungo viaggio non può sottrarsi dal fare una revisione completa ed accurata. A nostro avviso sarebbe necessario intervenire secondo le seguenti principali direttrici:
1) Diminuzione del numero di settori e dei servizi ad essi collegati - attualmente l’organigramma comunale presenta 7 settori e 17 servizi, un numero eccessivo che negli anni ha generato molta dispersione, il malcostume dello scaricabarile e un grande spreco di risorse pubbliche. È necessario, quindi, operare una riduzione ben congeniata che abbia come intento quello di rendere la macchina organizzativa comunale funzionale agli scopi da raggiungere. Non siano, almeno per una volta, da guida per la realizzare di tale obbiettivo la voglia di operare punizioni o favoritismi. Non neghiamo di avere un’idea precisa di come potrebbe essere strutturata la nuova pianta organica, ma sarebbe, oltre che irrituale, anche irrispettoso sostituirci a quello che rappresenta un preciso compito di chi amministra. Naturalmente se Lei e la sua giunta lo vorranno non ci sottrarremo dall’entrare nei dettagli dell’argomento.
2) Definire un piano dettagliato degli obiettivi e della performance - L’articolo 169 del D.Lgs 267/2000 dispone quanto segue: “Sulla base del bilancio di previsione annuale deliberato dal Consiglio, l’organo esecutivo definisce, prima dell’inizio dell’esercizio, il piano esecutivo di gestione, determinando gli obiettivi di gestione ed affidando gli stessi, unitamente alle dotazioni necessarie, ai responsabili dei servizi. Il Piano esecutivo di gestione contiene una ulteriore graduazione delle risorse dell’entrata in capitoli, dei servizi in centri di costo e degli interventi in capitoli”. Con il Piano Esecutivo di Gestione, cosiddetto PEG, la Giunta comunale assegna ai capi settore gli obiettivi per il nuovo anno e le risorse umane, finanziarie e strumentali per realizzarli. Va da sé che la giunta comunale per affidare degli obbiettivi deve averli prima di tutto essa stessa. Un PEG raffazzonato rivela di solito il grado di improvvisazione di un’amministrazione e consente ai capi settore di decidere quali obbiettivi realizzare a quali trascurare sostituendosi, di fatto, a chi è stato democraticamente eletto e ha avuto il mandato per amministrare. Questo accade quando il livello politico è debole e male organizzato.
Il PEG contiene al suo interno il Piano della Performance (PdP), un documento di programmazione introdotto e disciplinato dal Decreto Legislativo 150/2009 (Riforma Brunetta) nel quale vengono esplicitati, a partire dagli indirizzi politici, gli obiettivi strategici, operativi e di miglioramento legati all’attività ordinaria. Per ciascuna area di attività (centro di costo) possono essere selezionati degli indicatori utili alla misurazione e alla valutazione della performance organizzativa che aiuta a comprendere come viene gestito un determinato servizio e in generale l’ente nel suo complesso. Esso permette, inoltre, la misurazione e la valutazione della performance individuale del capo settore, del capo servizio fino all’ultimo dipendente, in modo da comprendere sia il grado di soddisfazione espresso dagli utenti fruitori, cioè i cittadini, in merito ai servizi erogati sia il livello di efficienza, efficacia e qualità delle prestazioni rese dal personale di quel servizio. È utile rammentare che per le figure apicali il raggiungimento degli obbiettivi fissati, o di parte di essi, si traduce in un aumento dello stipendio base. Non avrebbe senso, a nostro avviso, continuare nella consolidata prassi di elargire risorse pubbliche anche quando tali obbiettivi non sono stati raggiunti o, peggio, non sono stati assegnati o mal programmati.
Il Piano della Performance fornisce un quadro trasparente dei principali risultati che il Comune intende perseguire nell’esercizio dei miglioramenti attesi a beneficio dei cittadini utenti e consente a ognuno di disporre degli elementi utili alla misurazione e alla valutazione della prestazione attesa dal Comune.
3) Modifica Statuto Comunale - Da oltre 5 anni il nostro comune è in attesa di rivedere lo Statuto Comunale riadattandolo ad un comune come il nostro che da tempo è passato sotto la soglia dei 15.000 abitanti. È utile ricordare che lo Statuto Comunale è la carta fondamentale di un Comune e ne regola l’ordinamento generale, nell’ambito dei principi fissati dalla legge, disciplinando il funzionamento degli organi di governo comunali, la partecipazione dei cittadini all’attività politico-amministrativa, il diritto di accesso dei cittadini alle informazioni e ai procedimenti amministrativi, gli indirizzi per la gestione dei servizi pubblici comunali, le forme di collaborazione del Comune con gli altri enti, l’organizzazione degli uffici e del personale.
Il suo mancato rinnovamento, quindi, rischia di inibire tutte queste prerogative, limitare il corretto funzionamento dell’Ente e rappresentare un vulnus democratico senza precedenti per la nostra comunità.
 Caro Sindaco, consapevoli delle difficoltà che possono nascere nell’intraprendere tali obbiettivi, la spingiamo tuttavia a non rinunciarci perché chi ci rimetterebbe sarebbe, non solo la sua personale credibilità, ma soprattutto Monte Sant’Angelo e i suoi cittadini. Un vecchio adagio suggerisce che “chi ben comincia è a metà dell’opera
In attesa di un cortese riscontro da parte sua Le porgiamo i nostri migliori saluti.
  
Monte Sant’Angelo, 25 maggio 2012                       Sinistra Ecologia e Libertà
                                                                                       la segreteria cittadina

venerdì 18 maggio 2012

MONTE HA BISOGNO DI TUTTI MA NON DI UN PENSIERO UNICO


di Donato di Bari

Il vortice delle elezioni amministrative è appena terminato e quasi come di regola comincia lo scambio di accuse sulle responsabilità della sconfitta tra chi le elezioni le ha perse e sui “meriti” di chi, invece, le elezioni le ha vinte.
Il centro sinistra perde quando si presenta disunito”, “ha vinto il clientelismo”, “se tizio col suo gruppo ci avesse appoggiato, avremmo potuto vincere”, “chi ha vinto non avrà vita facile e non durerà a lungo” e tante altre affermazioni, talune anche irripetibili. Di certo ognuno ha il diritto di dire la propria e di fare le proprie analisi, ma meglio sarebbe non abbandonarsi al solito sterile scaricabarili che rischia di rendere il clima ancora più conflittuale di quanto già non sia. La demonizzazione non permette a nessuno di comprendere gli eventuali errori commessi e di ricominciare con uno spirito nuovo basato su sincerità, rispetto e senso civico.
Il risultato delle amministrative del 6 e 7 maggio scorso ha decretato indiscutibilmente la vittoria del centro destra a Monte Sant’Angelo. È vero che formalmente si trattava di una lista civica, “Monte nel cuore”, ma nella sostanza il 78% degli eletti fa riferimento a partiti di centro destra e solo il restante, forse, a partiti di centro sinistra. Nella stessa minoranza dei 5 consiglieri eletti 2 sono del centro destra e solo 3 del centro sinistra. Ci ritroviamo, pertanto, di fronte ad un consiglio comunale nettamente spostato a destra o, se si vuole, a centro destra. Sarà pur vero, come sostengono in tanti, che a livello locale il ruolo dei partiti è poco importante e che basta affrontare i problemi contingenti per amministrare bene, ma personalmente ritengo che per ogni problema da affrontare ci possono essere più soluzioni e la scelta che si opera dipende proprio dalla prospettiva politica dalla quale li si osserva.
Il risultato del voto, purtroppo, sembra dar ragione a coloro che sostengono che il centro sinistra a Monte Sant’Angelo sia a corto di classe dirigente. Probabilmente non è vero, ma di certo, se tale classe dirigente esiste non ha saputo organizzarsi, non ha saputo parlarsi per fare squadra e proporsi in modo alternativo a coloro che negli ultimi 5 anni hanno amministrato il nostro paese. Di certo il centro sinistra montanaro ha avuto il merito, ancora una volta, di lavorare per fare vincere il centro destra.
In merito alle dinamiche che hanno portato alla costruzione delle varie liste si potrebbe scrivere un romanzo a cui ognuno darebbe un suo diverso finale. Nessuno, ritengo, possa arrogarsi il ruolo di dispensare responsabilità, pertanto meglio non addentrarsi in questa materia e lasciare che ognuno rifletta da sé. Mi limito soltanto a dire che in una logica di “normalità” politica, chi ha amministrato si ripresenta alle elezioni per avere un giudizio sull’operato svolto e per chiedere che gli venga riconfermata la fiducia. Chi, invece, ha fatto opposizione si propone agli elettori come alternativa a coloro che hanno amministrato. A Monte Sant’angelo gli eventi, sfortunatamente, hanno portato a scelte diverse e tutto si è rimescolato a causa delle lungaggini delle trattative politiche, di paure ingiustificate e della solita ingiustificata sfiducia reciproca che alberga nei cuori di coloro che si riconoscono nello schieramento di centro sinistra.
Dallo spoglio dei voti è emerso anche che il 3,5% dei montanari ha deciso di non accordare la sua fiducia a nessuno, annullando la scheda o lasciandola bianca. Se si considera, inoltre, che oltre il 5%, rispetto alle scorse amministrative, ha deciso di non recarsi proprio alle urne, la percentuale dei cittadini che esprime una completa sfiducia nei confronti di ognuna delle proposte messe in campo diventa davvero consistente (8,5%) e dovrebbe spingere ognuno a riflettere.
L’associazionismo e il civismo dimostrano di avere idee e capacità organizzative, ma non sfondano alla conta dei voti provando che, a Monte Sant’Angelo, non bastano a sé stessi e che i partiti hanno ancora una buona credibilità.
Come nella scorsa legislatura anche in questa sono stati eletti 4 volti nuovi. Un po’ pochi rispetto al tanto decantato rinnovamento, ma di certo è un dato positivo. L’augurio che a loro rivolgo è di percorrere strade diverse da quelle finora battute dai loro presenti e passati colleghi, di mettercela tutta per acquisire competenze ed autorevolezza in modo da contribuire fattivamente al bene comune.
Gli auguri al neo sindaco Antonio Di Iasio sono non solo dovuti, ma anche sentiti. Comincia bene Di Iasio quando sostiene che sarà il sindaco di tutti e non solo di chi lo ha eletto. Naturalmente lo attendiamo alla prova dei fatti.
Agli sconfitti di questa tornata elettorale non resta che rimboccarsi le maniche per ricostruire la tanto celebrata alternativa e, allo stesso tempo, contribuire alla gestione politico-amministrativa con proposte concrete, serie e credibili. Se è vero che “Monte ha bisogno di tutti”, allora chi ci amministrerà si impegni a dare ascolto alle proposte che verranno dalla minoranza, sia di quella rappresentata in consiglio comunale che di quella non rappresentata. “Monte ha bisogno di tutti” ma non di un pensiero unico.

lunedì 23 gennaio 2012

MONTE HA BISOGNO DI TUTTI, MA NON DI INGANNI E IPOCRISIE

Ci fa piacere che l’amministrazione UDC-PDL, che amministra Monte Sant’Angelo, finalmente ha preso consapevolezza che la nostra città sta attraversando un periodo di profonda crisi. Anche i più distratti ne erano già coscienti vivendone, purtroppo, gli effetti negativi direttamente sulla propria pelle.
Analizzare le cause della crisi sociale, economica, culturale e politica che stiamo vivendo non è certamente semplice, ma chi ha amministrato la nostra città per 5 anni e chi lo ha fatto anche da oltre un decennio in vari modi e a vario titolo, non può cavarsela sostenendo, come oggi va di moda, che il tutto è accaduto “a propria insaputa”. Noi riteniamo che l’amministrazione Ciliberti non sia la soluzione ai problemi della nostra città, ma sia parte del problema.
Dal comunicato diffuso dall’amministrazione Ciliberti più qualche aiutante dell’ultima ora, apprendiamo che:
1.       l’amministrazione Ciliberti non avendo risultati da presentare alla città, fa il bilancio di tutti i problemi a cui non è stata in grado di dare risposta o di contribuire a risolvere;
2.       la giunta UDC-PDL prende atto di aver distrutto i sogni che aveva il movimento civico “Uniti per Monte” e tenta di riproporre alla città la formula della “corale partecipazione delle forze politiche, sociali e culturali alla vita della comunità e alla gestione della cosa pubblica”. La verità è che la “Banda degli 11”, con qualche aiutante dell’ultima ora, sta disperatamente cercando un modo per mantenere strette le poltrone al sedere;
3.       il nuovo cartello elettorale “Per Monte e per te” (cioè la Banda degli 11 più gli aiutanti dell’ultima ora), è consapevole che Monte Sant’Angelo ha bisogno di “un governo competente e trasparente”, cioè di un’amministrazione opposta a quella di questi anni;
4.       la maggioranza UDC-PDL è consapevole che Monte Sant’Angelo “ha bisogno di una rinnovata classe dirigente”. Tutti i montanari concordano! Quindi alle prossime elezioni il cartello elettorale “Per Monte e per te” (cioè la banda degli 11 più gli aiutanti dell’ultima ora) non dovrebbe candidare nessuno di coloro che hanno amministrato (male) negli ultimi 5, 10 e 15 anni la nostra città.

Monte Sant’Angelo ha certamente bisogno di ritrovare un clima di serenità, dialogo e fiducia in un futuro migliore, ma non può farlo poggiando i piedi su ipocrisie, inganni o falsi buoni propositi dell’ultima ora.
Sinistra Ecologia e Libertà sta lavorando da tempo, insieme con altre forze politiche e associative, alla costruzione di un progetto che sappia fare della partecipazione dei cittadini alla vita politico-amministrativa il suo punto cardine. Non mancano difficoltà, ma siamo fiduciosi nel fatto che i montanari, ancora una volta, sapranno rimboccarsi le maniche e ricominciare nella costruzione di un percorso virtuoso di crescita culturale, sociale ed economica della nostra amata città.